“Il Dott. Giovinazzo ha operato più di 400 colecisti in regime di ricovero ordinario o d’urgenza. Questa patologia può essere insidiosa, non va sottovalutata e va trattata da chirurghi esperti. L’esperienza evita problemi irreversibili che possono condizionare la vita del paziente in modo permanente”
- Che cos’è la Colecisti?
La colecisti o cistifellea è un piccolo organo al di sotto del fegato che concentra e immagazzina la bile, la quale è prodotta dal fegato ed è necessaria per digerire i grassi. I calcoli alla colecisti, sono dei piccoli depositi di materiale solido formati prevalentemente da sali e colesterolo che possono ostruire il passaggio della bile, portando alla colica biliare o più raramente a colangite o a pancreatite. I calcoli biliari rappresentano la causa principale dei disturbi delle vie biliari.
- Quali sono i fattori di rischio per caloìcolosi della Cistifellea?
I fattori di rischio per la litiasi della colecisti comprendono sesso femminile, obesità, età avanzata, etnia indiana o americana, diabete mellito, una dieta di tipo occidentale (molto ricca di zuccheri raffinati e di grassi), rapida perdita di peso (dovuto a una dieta notevolmente ipocalorica o ad un intervento chirurgico bariatrico), Farmaci (statine, estrogeni e progestinici, fibrati, ciclosporina ed octreotide) e un'anamnesi familiare positiva.
- Quali sono i sintomi?
Circa l'80% della popolazione affetta da calcoli della colecisti è asintomatica.
Il sintomo principale è il dolore epigastrico e/o in ipocondrio destro con possibile irradiazione posteriore, alla scapola o alla spalla omolaterale, solitamente severo, che insorge dopo pasti abbondanti ed è spesso associato a nausea e vomito.
Nella semplice colica biliare tale sintomatologia spesso è di breve durata, in caso di complicanze, come la colecistite acuta, diventa invece più prolungata e possono comparire altri sintomi quali febbre, ittero.
Per quanto riguarda la semeiotica, tipica è la positività del segno di Murphy, il forte dolore provocato dalla pressione sul punto cistico durante un atto inspiratorio profondo.
- Quali sono gli esami del sangue che vanno prescritti e che possono essere alterati?
Gli esami di laboratorio risultano solitamente normali, ma in presenza di complicanze, come nell’ostruzione dei dotti biliari, è frequente il riscontro di neutrofilia, elevazione degli indici di flogosi quali PCR, elevazione delle transaminasi (ALT ed AST) , degli indici di colestasi (GammaGT, fosfatasi alcalina) e l’ incremento della bilirubina.
In caso di coinvolgimento del pancreas, come nella pancreatite acuta litiasica, gli esami mostreranno un aumento dei valori degli enzimi pancreatici (lipasi ed amilasi).
- Quali sono gli esami strumentali e a cosa servono
L'ecografia addominale è l'esame diagnostico d'elezione per individuare la calcolosi della colecisti, con una sensibilità e specificità del 95%.
Oltre alla diagnostica ecografica, se necessario, possono essere richiesti altri esami più approfonditi, come la TC e la ColangioRMN.
- Che dieta seguire? Quali cibi evitare?
Nei pazienti con calcolosi asintomatica è consigliabile l’assunzione di pasti frequenti, in modo da stimolare più volte al giorno lo svuotamento della colecisti, limitando in tal modo la precipitazione del colesterolo, responsabile della ulteriore formazione di calcoli e soprattutto di fango biliare, il loro precursore.
Il cibo dovrà, inoltre, essere povero di tutto ciò che stimola eccessivamente il flusso biliare: fritti, cibi grassi, caffè, spezie forti.
- Qual è il trattamento della malattia
Le linee guida attuali non consigliano alcuna terapia in presenza di calcolosi della colecisti asintomatica. Viene, invece, raccomandata la colecistectomia laparoscopica in tutti i pazienti sintomatici, precoce in caso di colecistite acuta sintomatica.
- Quali sono le complicanze (pancreatite biliare)
Le complicanze della calcolosi della colecisti comprendono:
-Colecistite acuta: sovrapposizione di un processo infiammatorio alla presenza dei calcoli che può avere decorso suppurativo o necrotico-perforativo.
-Colecistite cronica: ripetuti episodi di colecistite acuta trattati conservativamente o non trattati possono portare ad un’infezione cronica.
- Ostruzione del dotto cistico: è caratterizzata da accumulo di muco e bile all’interno della colecisti per ostruzione prolungata del dotto cistico per la calcolosi. Quando il contenuto diventa purulento si presenta un quadro di empiema. La colecisti dilatata ed empiematosa ha una elevata tendenza a perforarsi, dando luogo a peritoniti oppure alla formazione di fistole bilio-digestive.
- Ileo biliare: quando si ha il passaggio di uno o più calcoli dalla colecisti o dal coledoco nell’intestino tenue e se questi incontrano un tratto con un lume di calibro inferiore possono portare ad occlusione intestinale (es: nella valvola ileo-cecale).
- Calcolosi del coledoco: Se il calcolo s’incunea nel coledoco può portare a colangite acuta, la cui sintomatologia si può presentare con dolore addominale, febbre, ittero (triade di Charcot).
-Pancreatite acuta e cronica: è una complicanza legata alla migrazione di calcoli biliari, spesso di piccole dimensioni, tramite il dotto cistico nel coledoco. Se il calcolo si arresta nella papilla di Vater creando una papillite può innescare una pancreatite acuta.
- Questa malattia può nascondere un tumore (tumore della colecisti e della via biliare)
I fattori di rischio più importanti per lo sviluppo dei colangiocarcinomi comprendono diverse malattie delle vie biliari e del fegato che causano uno stato di infiammazione cronica, come in alcuni casi, la litiasi biliare.
La colecisti a porcellana è una variante morfologica della colecistite cronica. Le cicatrici infiammatorie della parete, combinate con calcificazioni distrofiche all'interno, rendono la cistifellea simile alla porcellana. A causa dell'aumentato rischio di carcinoma, il trattamento raccomandato è la colecistectomia.
- Quando la patologia va trattata d’urgenza
La colecistectomia rappresenta il trattamento di prima scelta per la colecistite acuta. La colecistectomia precoce è generalmente preferita, possibilmente durante le prime 24-48 h nelle seguenti situazioni: pazienti a basso rischio chirurgico, pazienti anziani o diabetici e quindi a maggior rischio di complicanze infettive, empiema, gangrena, perforazione.
Quando si è di fronte ad un paziente con alto rischio chirurgico, la colecistectomia viene differita fino a quando la terapia medica stabilizza le comorbilità o fino a quando si risolve il quadro acuto di colecistite. Se la colecistite si risolve, la colecistectomia può essere eseguita dopo ≥ 6 settimane.
- Sempre la chirurgia o trattamento medico
La colecistectomia è la prima scelta terapeutica ma è riservata solo ai pazienti sintomatici, oppure nel caso in cui l’organo si presenti con caratteristiche anomale (es: colecisti a porcellana,polipi ). In alcuni casi si può tentare la terapia farmacologica, con l’acido ursodesossicolico. Le indicazioni per questo trattamento , però, sono attualmente molto limitate. Il trattamento farmacologico può essere proposto se esistono controindicazioni all’intervento chirurgico o in attesa dello stesso.
- Che tipo di chirurgia? Mininvasiva o tradizionale
L’intervento di colecistectomia può essere praticato essenzialmente attraverso due tecniche:
-Colecistectomia tradizionale “open”: Tecnica ormai riservata ai soli casi in cui la procedura laparoscopica sia controindicata o in seguito a complicanze durante la sua esecuzione tali da richiedere una conversione all'intervento chirurgico tradizionale.
-Colecistectomia laparoscopica: I vantaggi della tecnica laparoscopica consistono in una riduzione del tempo di degenza, riduzione del dolore post-operatorio, miglior risultato estetico.
- Quali sono le complicanze della chirurgia?
La colecistectomia è una procedura ormai di routine, i cui rischi sono limitati; come tutti gli interventi, tuttavia, è soggetta a possibili complicanze, tra cui ricordiamo:
Complicanze intraoperatore: Perforazione della colecisti, lesioni vascolari, lesioni viscerali o delle vie biliari.
Complicanze postoperatore: infezioni, dispepsia, dolore addominale, diarrea.
- Si può vivere senza colecisti?
Si può vivere bene anche senza la colecisti. Una volta rimossa la cistifellea, la bile dal fegato, attraverserà i dotti epatici,il dotto epatico comune ed andrà a finire direttamente nel duodeno, senza essere conservata nella colecisti. In una piccola percentuale di pazienti le feci potranno essere più abbondanti o più morbide.