“Mi occupo di tumori neuroendocrini dal 2009, quando grazie ad una borsa di studio ho svolto un periodo di ricerca presso l’università di Yale. Da allora o sempre lavorato in centri di eccellenza e con professionisti di fama internazionale, pensando alle enormi possibilità di cura che questi tumori hanno se presi in una fase precoce”

  1. Cosa sono i Tumori Neuroendocrini?

I tumori neuroendocrini sono un gruppo eterogeneo di neoplasie rare, con incidenza annuale di 4-5 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Colpiscono le cellule del sistema neuroendocrino diffuso, specializzate nella produzione di ormoni e di neuropeptidi specifici, la cui iperproduzione può portare a sintomi caratteristici. Più spesso, tuttavia, i NET non si associano ad una sintomatologia ben evidente e risultano perciò di difficile diagnosi ed essere riscontrati quando già metastatici.

Dal punto di vista microscopico e cellulare i tumori neuroendocrini vengono divisi in due grandi tipologie:

-differenziati: tumori poco aggressivi che crescono lentamente;

-indifferenziati: molto aggressivi che causano metastasi molto velocemente.

In relazione alla capacità delle loro cellule di produrre e liberare ormoni, sono distinti in:

-funzionanti:  producono grandi quantità di ormoni e di sostanze attive ( Insulinomi, Gastrinomi, VIPomi, Glucagonomi, Somatostatinomi, GRFomi);

-non funzionanti: rappresentano circa il 70% di tutti i tumori neuroendocrini.

  1. Quali sono i sintomi?

In base alla funzionalità o meno del NET possiamo avere sintomi specifici a seconda della sostanza che producono come:

- flushing cutaneo, diarrea, cardiopatia del cuore destro e broncocostrizione (sindrome da carcinoide)

-ipoglicemia, fame, astenia, parestesie, visione offuscata, sudorazione, tremore e palpitazioni (insulinoma)

- dolore addominale, malattia da reflusso gastro-esofageo, ulcere gastriche e/o duodenali, spesso multiple e diarrea (gastrinoma).

Oppure sintomi che dipendono dall’organo coinvolto o dalla compressione che il tumore può esercitare, come:

-anemia;

-sanguinamento;

-dolori addominali;

-vomito;

- calo ponderale;

- ittero.

  1. Che durata hanno i sintomi?

In base alla funzionalità o meno del NET possiamo avere sintomi specifici a seconda della sostanza che producono, con durata variabile.

  1. Quali sono gli esami del sangue che vanno prescritti e che possono essere alterati

Le sostanze che possono essere considerate marcatori di queste malattie sono:

-cromogranina A (Cga)

-polipeptide pancreatico (PP)

-enolasi neurone specifica (NSE)

-insulina;

-glucagone;

-serotonina (5-HT);

-5 idrossitriptofano (5-htp), aminoacido precursore della serotonina;

-acido 5 idrossiindolacetico (5-HIAA), prodotto di trasformazione (metabolita) della serotonina e può esser misurato con una raccolta delle urine.

  1. Quali sono gli esami strumentali e a cosa servono?

Le tecniche di imaging svolgono un ruolo centrale per la diagnosi e la corretta stadiazione delle neoplasie endocrine del tratto gastro-entero-pancreatico.

Attualmente sono disponibili numerose metodiche d’indagine invasive e non invasive:

-  Ecografia: esame di primo livello,non invasivo ma alcune volte limitato o non completo per cui si deve ricorrere ad altre metodiche;

-   Ultrasonografia endoscopica (EUS): buona accuratezza diagnostica soprattutto per le lesioni pancreatiche;

-   Tomografia Assiale Computerizzata (TC) / PET-TC : esame di secondo livello, molto sensibile; grazie alla disponibilità di traccianti chimici specifici per le cellule endocrine, come il 68-Ga-SA o il 18F-FDOPA, la PET ha assunto una maggiore importanza nella diagnosi e stadiazione delle neoplasie endocrine;

-    Risonanza Magnetica Nucleare (RM): sovrapponibile alla TC, ma con la possibilità di uno studio migliore per i distretti linfonodalia. Tale metodica è considerata la tecnica più sensibile per dimostrare la presenza di metastasi epatiche ed ossee;

-     Scintigrafia con Octreoscan: I recettori per la somatostatina(SST) sono presenti in alcuni tumori che originano da tessuti che fisiologicamente presentano tali recettori sulle membrane cellulari. Un gran numero di recettori ad alta affinità sono stati trovati nella maggioranza dei tumori primitivi e metastatici del Sistema Neuroendocrino Diffuso. I tumori endocrini gastroenteropancreatici, siano essi funzionanti o non funzionanti, presentano nella maggior parte dei casi, recettori per la SST e pertanto fissano l’Octreoscan.

-   Biopsia: per la tipizzazione istologica;

-   Analisi genetica: per la sindrome MEN1, sindrome di von Hippel-Lindau (VHL), neurofibromatosi tipo 1 (NF1) e sclerosi tuberosa (ST).

  1. Qual è il trattamento di queste neoplasie?

Le terapie oggi disponibili sono molteplici:

-chirurgia, è la terapia di prima scelta nella maggior parte delle forme localizzate e in casi selezionati di tumori metastatici;

-analoghi della somatostatina, ormoni sintetici che possono rallentare la crescita del tumore e controllare la sintomatologia nel caso dei tumori funzionanti;

-terapia radiorecettoriale, in cui si utilizza un farmaco analogo della somatostatina radiomarcato per via endovenosa che permette l’irradiazione selettiva delle cellule tumorali

terapie a target molecolare;

-chemioterapia, riservata a pazienti affetti da tumori avanzati utilizzando in genere combinazioni di farmaci;

-terapie loco-regionali che si basano su procedure miniinvasive di radiologia interventistica e vengono utilizzate per metastasi del fegato difficilmente asportabili chirurgicamente o multiple (ablazione - chemioembolizzazione epatica).

  1. Si possono presentare come patologia da trattare in urgenza?

Di solito non si presentano come patologie da trattare in urgenza in quanto sono patologie rare, con sintomatologia sfumata che richiedono particolari tempistiche per indagini e stadiazione.

  1. Quando è indicata la chirurgia? Quando i trattamenti biologici e quando la chemioterapia?

L’asportazione chirurgica del tumore rappresenta il trattamento di prima scelta ed il più efficace soprattutto se in NET localizzati nel pancreas o duodeno. I pazienti in cui non si può rimuovere chirurgicamente il tumore possono essere trattati con iniezioni mensili di un ormone sintetico analogo della somatostatina. Questa terapia è in grado di migliorare la sintomatologia e di rallentare la crescita del carcinoma. La chemioterapia è solitamente riservata ai casi in cui il tumore è indifferenziato, con comportamento aggressivo. Recentemente, si sono rivelati efficaci due nuovi farmaci, il sutinib e l’everolimus.

  1. Esistono altri tipi di trattamento?

L’alta densità di recettori per la somatostatina sulla superficie dei tumori neuroendocrine costituisce il presupposto per la terapia radiorecettoriale. Si utilizza un farmaco analogo della somatostatina (dotato quindi di affinità per i recettori presenti in abbondanza sulle cellule tumorali) marcato da una porzione radioattiva (ittrio o lutezio). La base biomolecolare di questa terapia consiste nell'irradiazione selettiva delle cellule tumorali, da parte della radioattività trasportata all'interno della cellula tumorale, in seguito all'internalizzazione del complesso formato dal recettore della somatostatina e dal radio-analogo. Generalmente, questa metodica viene applicata dopo una  iniziale terapia con gli analoghi della somatostatina o nella malattia non aggredibile chirurgicamente.

  1. Quali sono le sopravvivenze per i pazienti affetti da queste patologie?

La prognosi è variabile, in base all’organo coinvolto, all’istologia, al performance status del paziente e allo stadio della malattia.

L’aumento del numero di casi diagnosticati negli ultimi anni, anche di personaggi famosi ( es: Fedez, Steve Jobs),  rende ragione dell’attuale maggiore attenzione nei riguardi di questa particolare patologia. Grazie all’impiego di alcune nuove metodiche diagnostiche e con l’uso terapeutico di nuove molecole e/o tecniche si sta raggiungendo un miglioramento della sopravvivenza e della qualità di vita dei pazienti.