Cos’è lo stomaco e quali funzioni svolge?


Lo stomaco è un organo dell’apparato digerente predisposto ad ospitare gli alimenti provenienti dall’esofago e a convogliare il bolo alimentare commisto al succo gastrico (chimo) nel duodeno, tramite l’azione della sua componente muscolare. Secerne il pepsinogeno e l’acido cloridrico, che consentono la parziale digestione e l’assorbimento delle sostanze nutritive, oltre a ridurre la carica batterica presente negli alimenti.


Tumore dello stomaco


Il cancro gastrico, relativamente frequente perlopiù nella popolazione anziana, ha un’eziologia multifattoriale; infatti una dieta inadeguata, il fumo di sigaretta, l’infezione da Helicobacter pilori,  sembrano avere un ruolo preponderante, oltre che la predisposizione familiare. Si manifesta con difficoltà nella digestione (dispepsia), gonfiore, nausea o vomito, bruciore retrosternale (pirosi), calo ponderale e, occasionalmente, con presenza di sangue nelle feci. Viene generalmente diagnosticato tramite gastroscopia con analisi istologica dei tessuti prelevati tramite biopsia. Il trattamento prevede un intervento chirurgico di gastrectomia parziale o totale, a seconda della sua localizzazione, con ricostruzione della continuità dell’apparato digerente, associato a chemioterapia prima o dopo l’intervento chirurgico.


Cos’è il reflusso gastro-esofageo e come si tratta?


Il reflusso gastro-esofageo è una patologia caratterizzata dalla risalita in esofago degli acidi provenienti dallo stomaco. In alcune specifiche situazioni, come in caso di gravidanza o obesità, può considerarsi un fenomeno “fisiologico”: tuttavia, a lungo andare può essere responsabile di numerose complicanze, non da ultimo il tumore esofageo. Può avere differenti cause: nella maggior parte dei casi è determinato da un’incontinenza dello sfintere esofageo inferiore, una valvola presente tra l’esofago e lo stomaco che, chiudendosi, impedisce la risalita del contenuto gastrico; può inoltre essere la manifestazione clinica di un’ernia iatale, una condizione per cui una piccola porzione di stomaco risale nel torace. Il reflusso gastro-esofageo si manifesta con bruciore retrosternale (pirosi), rigurgito, acidità, nausea e gonfiore. Può essere diagnosticato tramite esami endoscopici, come l’esofagogastroduodenoscopia o tramite prove specifiche che valutano la continenza dello sfintere esofageo inferiore, come la manometria. Le forme lievi di reflusso gastro-esofageo possono essere trattate con accorgimenti alimentari (evitare cibi speziati, piccanti, menta o cioccolato) e farmaci che riducono (H2 antagonisti) o bloccano (inibitori della pompa protonica) la produzione di acido cloridrico. Il trattamento chirurgico è riservato alle forme più gravi, generalmente correlate alla presenza di ernie iatali e consiste nella riduzione dell’ernia stessa e nel ripristino della funzione antireflusso.